Negli ultimi anni, per motivi economici e/o sociali, le donne arrivano alla prima gravidanza in età sempre più avanzata, 38-45 anni, raggiungendo il limite della loro “età fertile“, che si estende dai 15 ai 49 anni.
Chiudendo un occhio, o meglio due, su chi si permette di giudicare, dall’alto del proprio cromosoma Y (o, ahimè, X), la spesso sofferta decisione di ritardare il momento della maternità per cause molteplici, tra cui la mancanza di politiche concrete a sostegno delle famiglie, diciamo che oggi, quando una coppia prova a concepire, viene definita “infertile” se dopo 12 mesi o più di rapporti sessuali regolari non protetti non si ottengono “risultati”. Ma, attenzione, se la donna ha più di 35 anni sono solo 6 mesi, poiché con l’avanzare dell’età, o meglio ad ogni ciclo mestruale, la propria riserva ovarica, si depaupera.
Tuttavia, l’infertilità non è una “malattia della donna”, sebbene sia proprio lei, nella maggior parte dei casi a viverla come una sconfitta ed una mancanza. Nel 35% dei casi, infatti, nei problemi di infertilità sono coinvolti entrambi i partner, mentre nell’8% dei casi, è proprio il maschietto ad esserne responsabile.
Le raccomandazioni alimentari
Tralasciando agli esperti le cause dell’infertilità maschile e femminile, le quali sono molteplici e, spesso, complesse, scopriamo insieme cosa possiamo fare nel nostro piccolo, a tavola, per aiutare la cicogna a costruire un bel nido sul nostro tetto.
Starete pensando: è davvero possibile che l’alimentazione influenzi la fertilità? Eh si, gente di poca fede! Da quasi trent’anni le evidenze scientifiche hanno dimostrato che vi sono degli accorgimenti nutrizionali, da prendere nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata, in grado di ridurre del 66% il rischio di infertilità da disturbo ovulatorio e del 27% il rischio legato ad altre cause! Di cosa si tratta? E’ molto semplice: è necessario seguire una dieta equilibrata, ricca di grassi “buoni“, nell’ambito della quale si dà preferenza al consumo di carboidrati complessi e ricchi di fibre ed al consumo di alimenti vegetali, ricchi di proteine vegetali e ferro cosiddetto “non eme” (limitando ovviamente il consumo di proteine animali). Semplice vero? Semplicissimo, dal momento che quelle di cui stiamo parlando sono caratteristiche tipiche della nostra tanto cara dieta mediterranea.
E c’è di più! Uno studio molto più recente (2018) ha confermato che donne costrette a far ricorso a procedure di fecondazione assistita, già abituate a seguire una dieta ricca di grassi buoni, hanno dimostrato di avere una più alta probabilità di restare incinta. Cosa scegliere dunque? Tanto pesce, frutti di mare, olio di oliva e frutta secca oleosa (noci, ad esempio).
Ulteriori suggerimenti ci vengono forniti da uno studio del 2019, il quale ci suggerisce di aumentare l’assunzione di acido folico, vitamina B12 e vitamina D, contenuti in verdure a foglia scura, bacche, cereali integrali, uova, latticini, soia e frutti di mare, al fine di migliorare la fertilità, la probabilità di impianto e gravidanza, anche in caso di fecondazione in vitro. Ovviamente stiamo parlando di un APPROCCIO ALIMENTARE, non barate! L’eventuale assunzione di integratori alimentari deve essere sempre discussa nella sede opportuna, in base alle esigenze delle singole aspiranti-mamme.
Altre considerazioni importanti
Altri aspetti relativi alla nostra salute ed al nostro stile di vita possono svolgere un ruolo importante nella fertilità femminile, cosi come in quella maschile, come ad esempio mantenere un giusto peso corporeo -che non sia né troppo alto, né troppo basso-, al fine di migliorare la fertilità e la salute del futuro bambino.
Inoltre, se per l’abuso di alcol e droghe le conseguenze sono ben note, quello che spesso non si sa è che secondo il comitato dell’American Society for Reproductive Medicine, uomini e donne in cerca di una migliore fertilità dovrebbero astenersi dal fumo di sigaretta.
In conclusione, mangiate bene, mangiate sano e fate l’amore!
Abbiate cura di voi,
Valentina