“Carb craving”, la voglia matta di carboidrati, dolci o salati. Come combatterla?
Parliamo di comfort food. Spesso esso viene identificato dal nostro immaginario nella categoria dei carboidrati, che siano dolci o salati. Succede quasi a tutti, e quasi tutti ci chiediamo come smettere di bramare i nostri dolci preferiti, o tenere sotto controllo il giro-vita nonostante questa incessante bramosia, la quale diventa più forte ogni volta che la neghiamo. Questa tendenza, definita “carb craving” si auto-alimenta, si alza e si abbassa come un’onda oceanica.
Essendo un problema comune alla maggior parte delle persone, spesso ci si chiede se esiste qualche trucchetto per combattere le nostre voglie mangerecce. Ed in effetti, qualcuno c’è.
Prima di tutto dobbiamo accettare i nostri “istinti”. È normale desiderare cioccolato, patatine fritte, pizza e quant’altro. Non è segno di debolezza. Per questo motivo dobbiamo imparare a “cavalcare” l’onda dei nostri istinti, esplorarli e sperimentarli pienamente. Per esorcizzare un impulso, una voglia, dobbiamo imparare ad osservarlo senza giudicare noi stessi. Dobbiamo imparare a sederci, osservare la nostra voglia e prenderci qualche minuto per “cavalcare l’onda”. Che cosa proviamo in questo momento, sia fisicamente che mentalmente? Identifichiamo il nostro istinto, diamogli un nome, non discutiamo con lui, non cerchiamo di fermarlo. Osserviamolo e basta. In questa maniera vi sono buone probabilità che alla fine l’onda scemi. Ma dobbiamo essere pazienti, non giudicarci troppo in fretta e non sentirci “stupidi” nel nostro momento di esplorazione interiore. Ci vorrà pratica.
E nella pratica, come possiamo gestire i nostri istinti, la nostra voglia di zuccheri o di pizza? Risulta più semplice e divertente di quanto si possa immaginare. Facciamo in modo di identificare il nostro cibo preferito, il nostro più grande desiderio, che fino ad ora abbiamo riconosciuto come un tabù. E proviamo a “trattare” con le nostre voglie, e “scambiarle” con qualcos’altro che ugualmente ci soddisfi. Voglia di una fetta di torta al cioccolato? Proviamo a sostituirla con uno snack al cioccolato ad alto contenuto di fibre. Voglia di gelato? Perché non provarne uno alla frutta, con scaglie di cioccolato. E’ una carbonara quella che bramiamo? Optiamo per un piatto di pasta al pomodoro. Questo è un tentativo. Una strategia da adottare tutti i giorni. Ma a volte può non essere abbastanza. Ed in quest’ultimo caso, meglio lasciar perdere. E’ peggio per noi mangiare qualcosa che non ci piace, continuando a desiderare ciò che abbiamo sempre desiderato. In questo caso, non ci resta che “scendere a patti con noi stessi”. Non si tratta di “forza di volontà” o autocontrollo. Pensare che ci manchi l’una o l’altra ci porterà solo più frustrazioni e meno successo. E quindi, facciamo in modo di introdurre il nostro cibo preferito nella nostra dieta, e mangiarlo tutti i giorni. Ogni. Singolo. Giorno. In dosi che possiamo definire “accettabili” per la nostra linea e la nostra salute. In questo modo, quando avrò finito di “gustarmi” il mio piccolo, decadente piacere, saprò che potrò mangiarlo di nuovo domani, e la mia “dose” sarà stata sufficiente. Anche se il nostro alimento preferito, il nostro comfort food, dovesse risultare ai nostri occhi nocivi o “cattivi”, concedersi questo “lusso” è liberatorio, ed in genere ci insegna a “mangiare” meno le nostre emozioni, evitando di ricorrere a stratagemmi inutili, volti ad imbrogliare se stessi, ed il rischio di cadere in abbuffate. Concederci un solo piccolo lusso, ci permetterà in definitiva di concentrarci meglio sulla qualità del resto della nostra alimentazione, senza sensi di colpa.