Parlando di salute delle ossa e vitamine, ci vengono subito in mente il calcio e la vitamina D. Ma dimentichiamo un aiutante fondamentale: la vitamina K, anch’essa importantissima aiutante nella prevenzione della perdita ossea.. ma fino a che punto? gli studi sono in conflitto sulla sua importanza e soprattutto sulla necessità di arricchire di tale vitamina la nostra dieta tramite integratori alimentari.
Pare infatti che, tramite una alimentazione variegata ed equilibrata, siamo in grado di acquisirne tanta da riuscire a prevenire il deperimento osseo e di conseguenza l’osteoporosi. In natura la vitamina K viene sintetizzata dalle piante sotto forma di vitamina K1 e si trova principalmente nelle verdure a foglia verde (spinaci, bietole, prezzemolo, cavoli e broccoli), nella frutta (kiwi, avocado e uva). La stessa forma di vitamina K1 è anche disponibile in integratori alimentari. Inoltre, la vitamina K è anche una delle poche che viene prodotta all’interno del nostro intestino (in particolare modo da batteri del colon) sotto forma di vitamina K2. Detto ciò, gli integratori di vitamina K sui banconi di farmacie, para farmacie e talvolta erboristerie, si stanno moltiplicando! Ed a prezzi non indifferenti!!!
Qual’è il nostro fabbisogno di Vitamina K? Per gli adulti, parliamo di circa 80 microgrammi al giorno, quantità facilmente soddisfatta dal vcibo che assumiamo; basti pensare che una porzione di spinaci o di cavolo crudo (circa 200 grammi) fornisce quasi il doppio di quegli 80 microgrammi. Allora perché spesso ci viene suggerito di integrarla? Perché la presente negli integratore pare essere più facilmente assorbita dal corpo, non essendo “intrappolata” nelle molecole presenti all’interno delle piante.
Ad ogni modo, gli studi indicano che non vi sono “prove sufficienti o insufficienti per valutare” l’efficacia della vitamina K nel trattamento dell’osteoporosi, ma solo qualche promettente ricerca che supporta la sua importanza nel rafforzare le ossa. In particolare, quasi 20 studi, svolti su più di 6.000 partecipanti, ha riscontrato un significativo miglioramento della densità minerale ossea della colonna vertebrale nei soggetti che consumavano integratori di di vitamina K2. Al tempo stesso, altri studi hanno messo in relazione un elevato apporto dietetico di vitamina K con un minor rischio di fratture ossee e una maggiore densità minerale ossea. Altri studi ancora, non hanno evidenziato particolari benefici dall’integrazione della vitamina.
Ma allora dov’è la fregatura? Esistono importanti e fastidiose interazioni farmaco-nutriente che suggeriscono di agire con cautela nella somministrazione di integratori di vitamina K: infatti, farmaci anti-diabete, farmaci anti-coagulanti, farmaci anoressizzanti, alcuni antibiotici e diverse altre vitamine possono subire interazione con la vitamina K2. La dose massima tollerabile non è stato stabilita né per K1, né per K2 a causa della mancanza di tossicità nota, sebbene il rischio sia riferito a livelli bassi e gli effetti avversi siano rari.
In conclusione, a meno che non ci sia stata diagnosticata una carenza di vitamina K, vi sono poche prove scientifiche a sostegno dell’integrazione supplementare di vitamina K per la prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture ossee. Siamo sicuri dunque, che ci serve davvero?
Abbiate cura di voi,
Valentina