Considerando le stime secondo le quali consumiamo circa 30 kg di zucchero pro capite l’anno, vale la pena informarci sulle alternative naturali allo zucchero bianco con cui condiamo il nostro caffè.
Sono fin troppo noti i dolcificanti artificiali: aspartame, saccarina, sucralosio.Essi sono privi di calorie e non causano picchi glicemici. In compenso causano gonfiore addominale e spesso dolorosi crampi (oltre ad essere sotto osservazione per il loro rischio cancerogeno). Dobbiamo stare molto attenti a questi dolcificanti, perché pur non scegliendoli, spesso li troviamo ben nascosti in bevande “zero” o snack dietetici. In quest’ultimo caso tra l’altro, sono dei veri e propri imbroglioni, perché ci illudono solamente di spegnere la fame senza ingrassare, alterando la produzione, da parte dell’organismo, degli ormoni che “rallentano” lo svuotamento gastrico e promuovono il senso di sazietà. Il risultato? Dopo una merendina light, avremo voglia di mangiare ancora. Un simile inganno sulla nostra voglia di ingurgitare zuccheri è esercitato dal fruttosio. Esso non solo non aiuta a soddisfare il senso nostro di sazietà (dunque avremo ancora fame), ma può addirittura portare ad un aumento dei trigliceridi nel sangue.
Una alternativa migliore per il nostro caffè è la l’estratto di stevia, un dolcificante naturale privo di calorie e privo di rischio cancerogeno. Ma, ancor più interessante è lo zucchero di cocco,un sano derivato del cocco, dall’aspetto bruno, il quale viene lavorato ad una temperatura inferiore ai 40 °C, consentendo di mantenere intatte vitamine e minerali del frutto e rivelandosi un ottimo dolcificante naturale. Il cocco è un alimento davvero interessante, un vero e proprio “superfood” grazie alla presenza di sali minerali (fosforo, ferro, rame, iodio, magnesio, potassio, zinco e sodio), amminoacidi, vitamine del gruppo B, la C, la E e la K. Dal nettare dei fiori della palma da cocco, si ricava lo zucchero, il quale, non essendo raffinato, mantiene pressoché tutte le proprietà della linfa. Inoltre è ricco di inulina, una fibra solubile che rallenta l’assorbimento degli zuccheri nell’intestino.
Esso è veramente una alternativa interessante allo zucchero semolato, in quanto offre un indice glicemico basso, e può essere utilizzato non solo per addolcire il nostro caffè, ma anche per preparare dolci, biscotti, creme, gelati. A differenza dello zucchero “classico”, lo zucchero di cocco ha un gusto più intensoe fruttato, e pertanto ne possiamo usare anche meno del primo. Questo è un fattore da non sottovalutare, sia per le calorie che apporta (380 kcal per 100 grammi, simili a quelle dello zucchero semolato) e visto anche il suo prezzo, non del tutto indifferente (circa 7-8 euro per una confezione da 500 grammi).
Allora, perché dovremmo sceglierlo? Innanzitutto perché la nostra dieta è già fin troppo ricca di zuccheri raffinati, e dei residui dei processi chimici di raffinatura correlati. Inoltre, adoperare zuccheri a basso indice glicemico fa in modo di mantenerci “sfamati” e “soddifatti” più a lungo, a combattere la cosiddetta dipendenza da carboidrati (carb-craving) e dunque la voglia di mangiare ancora. Ovviamente, è un ottimo prodotto anche per i diabetici. Insomma, come per tutti i superfood, nemmeno lo zucchero di cocco fa miracoli, soprattutto per la nostra linea, ma una mano, senza dubbio, può darcela.
Abbiate cura di voi,
Valentina