Secondo lo studio del Dott. Turnwald, della Stanford University, dice di sì. Partiamo da una evidenza assoluta: sebbene sappiamo bene di dover mangiare 5 porzioni di frutta e verdura per la nostra salute, la maggior parte di noi (grandi e piccini) non amano oppure nemmeno assaggiano queste pietanze perché non ritenute buone o saporite come una fetta di pizza ricolma di mozzarella filante oppure un bel piattone di pasta alla carbonara. Quali sono le parole che ci vengono Immediatamente in mente pensando a questi cibi deliziosi? Probabilmente “goloso”, “croccante”, “succoso”, “saporito”, “ricco”. E quale sarebbe il risultato se usassimo queste parole per descrivere dei vegetali? Succose carote, croccanti zucchine, golosi cavolfiori. Secondo lo studio di Turnwald e colleghi, pubblicato sul JAMA Internal Medicine, tutto ciò potrebbe funzionare davvero! Lo studio è stato effettuato coinvolgendo gli utenti di una mensa universitaria per un intero mese: ogni giorno 3 tipi di verdura – barbabietola, mais, fagiolini- sono stati etichettati con 4 diverse descrizioni: una base (“mais”, per esempio), due in grado di enfatizzarne i benefici per la salute della verdura in maniera più o meno dettagliata (come “mais ricco di vitamine”, oppure “mais ridotto di sodio “, ad esempio ) ed infine una che rispecchia le parole succulente tipicamente riservato a cibi più grassi e golosi (“mais dolce arrosto burroso”). Nonostante la differente descrizione, ciascuna pietanza era stata preparata nella stessa identica maniera. Ogni giorno, i ricercatori hanno preso nota della tipologia di pietanza scelta e della porzione consumata da ciascuno. I risultati sono stati sorprendenti: il 25% di studenti in più ha scelto l’ortaggio descritto in maniera “golosa” rispetto alla sua versione descritta in maniera basica, ed il 23% ne ha mangiato una porzione più generosa. Il 41% in più ha scelto l’ortaggio descritto in maniera “golosa” rispetto alla sua descrizione più dettagliata rispetto alla basica ed infine il 35% in più ha scelto la versione del vegetale descritto sottolineando i suoi benefici salutari.
Questi importanti risultati suggeriscono dunque che le parole utilizzate per descrivere ed etichettare gli alimenti possono indurre le persone a consumare più verdure. Le parole sono il miglior insaporitore in grado di accendere le nostre papille gustative. Dunque lo studio ci offre un modo semplice ed economico per spingere i consumatori a consumare le celebri 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, e che siano porzioni delle giuste dimensioni. Che aspettiamo dunque a cambiare strategie di marketing? O a lavorare su noi stessi e capire come questo ci manipoli?
Pensiamoci su.
Per saperne di più, seguite questo link
https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/2630753
Abbiate cura di voi,
Valentina